Di fama internazionale, Rosa iniziò a sfidare i celebri atelier francesi.
Pionera della moda, fu la prima a credere nel potenziale della moda italiana.
A ricordare l’importanza di questa donna ci pensa “Botticelli. Il suo tempo. Il nostro tempo”, la mostra ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Alessandro Cecchi e Denis Isaia, allestita fino al 29 agosto al Mart di Rovereto.

Originaria di Tirano, in provincia di Sondrio, nacque nel 1867 ed era primogenita di 18 figli.
Figlia di un calzolaio e una sarta, ha iniziato a lavorare come apprendista in un atelier di moda.
Il suo sogno era arrivare a Parigi e così è stato.
Ebbe la possibilità di lavorare nella Ville Lumiere per Madame Paquin, che realizzava gli abiti per Sarah Bernhardt, stella mondiale del teatro.
Qui imparò a creare i suoi modelli e quando rientrò a Milano andò a lavorare per Haardts et Fils.

Socialista convinta e attivista, divenne paladina delle donne che rivendicavano i loro diritti.
Fu l’abito Tanagrs a consacrarla definitivamente.
Genoni innesco una sorta di rivoluzione nella moda e per il suo impegno sociale venne considerata sovversiva.